Mindfulness

La consapevolezza nei bambini

Meditazione dei sassolini

Secondo Jon Kabat Zinn[1], colui che ha portato la meditazione Mindfulness nell’occidente alla fine degli anni ’70, si può sostenere che le pratiche della Mindfulness sono una sorta di educazione ad essere, è una forma di educazione che è nata per gli adulti, ma che dagli anni 2000 si sta scoprendo sempre di più come un metodo educativo. Mindfulness tradotta in italiano è la Consapevolezza, cioè la consapevolezza delle sensazioni fisiche, dei pensieri e delle emozioni.

Ci sarebbe molto da scrivere su cosa possa suscitare la consapevolezza nei bambini, la consapevolezza della propria mente, del proprio corpo, dei propri pensieri e dei sentimenti, la consapevolezza del proprio respiro, la consapevolezza delle piccole azioni di tutti i giorni. La consapevolezza è la presenza mentale che mettiamo nel fare i piccoli gesti quotidiani, quando beviamo, mangiamo, camminiamo.

Come scrive Thich Nhat Hanh, “la consapevolezza è un’energia che possiamo generare noi stessi: tutti possiamo inspirare ed espirare consapevolmente e tutti siamo in grado di muoverci consapevolmente. Ogni essere umano ha la capacità di essere consapevole, dunque non si tratta di qualcosa di strano[2].

La Mindfulness può migliorare l’apprendimento, la memoria, la consapevolezza di sé, l’equilibrio emotivo, la capacità di attenzione, la creatività e soprattutto la percezione dell’armonia e della pace interiori. La Mindfulness non trasforma immediatamente i bambini in persone diverse, ha la potenzialità di perfezionare quanto di buono è in ciascuno di essi.
La consapevolezza è una risposta molto efficace ai problemi che i bambini possono avere nell’arco della loro crescita psicofisica, gli aiuta a migliorare il loro processo neurologico sulla funzione esecutiva e attentiva, cioè sulla loro capacità di organizzarsi, nella gestione del tempo, nel prendere alcune piccole decisioni e scelte, li aiuta ad essere meno reattivi e più compassionevoli verso se stessi e gli altri.

Spesso gli insegnanti ed i genitori chiedono loro di stare attenti ma non spiegano loro che cosa significa e come si fa, sembra semplicistico dirlo, ma la pratica della consapevolezza o presenza mentale insegna proprio a prestare attenzione partendo dal proprio respiro. Poi in seguito possono iniziare a portare l’attenzione ad un’azione facendolo in piena presenza mentale ogni giorno. Per esempio salire le scale gradino dopo gradino inspirando ed espirando portando gioia in quello che si fa. Coltivare la presenza mentale da parte dei bambini dipende tantissimo dagli insegnanti e dai genitori, perché per condividere la pratica della consapevolezza con i bambini occorre prima di tutto praticarla. Serve la pratica quotidiana anche per noi adulti che ci aiuti a gestire con intelligenza e compassione le emozioni e le sofferenze che abbiamo ciascuno di noi nei nostri cuori. Resta molto semplice scriverlo ma nella vita di tutti i giorni sembra alquanto difficile poter essere in grado di praticare prima di tutto noi adulti per aiutare a portare la consapevolezza ai bambini, ma è soltanto in questo modo che possiamo essere presenti in quello che stiamo facendo con loro e se lo facciamo nel modo più giusto. Possiamo pensare che la presenza mentale, la consapevolezza possa entrare nel mondo della scuola e nella vita di tutti i giorni, pensando di promuovere qualcosa che già ci appartiene e appartiene al mondo dei bambini.

Nelle scuole materne, elementari e medie di Pisa e di Empoli si sta facendo Mindfulness e l’esperienza sta piacendo molto alle insegnanti, ai genitori e anche ai bambini.

 

(nella foto: “Meditazione dei sassolini”)

 


[1] Jon Kabat Zinn è un biologo molecolare e professore emerito in medicina che alla fine degli anni Settanta, presso l’Università di Worcester (Boston) in Massachusetts, ha sviluppato il protocollo MBSR, basato sula rielaborazione in chiave clinica di pratiche di concentrazione, respirazione e meditazione consapevole di antica tradizione orientale. Alla fine degli anni Novanta, erano già più di 400 gli ospedali e centri medici negli Stati Uniti dove il protocollo veniva applicato. Negli anni, per le sue potenzialità cliniche preventive e riabilitative, ha trovato spazio in programmi di intervento nelle carceri e nelle scuole, nonché in varie organizzazioni al fine di affrontare molte delle problematiche sia  fisiche che psicologiche legate allo stress.

[2] Thich Nhat Hanh, Semi di felicità. Coltivare la consapevolezza insieme ai bambini, Terra Nuova Edizioni, Firenze, 2012.

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